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L'Internet delle cose decolla grazie al sensore alimentato via WiFi

L'Internet delle cose decolla grazie al sensore alimentato via WiFi


Attenzione: comunicato passato

IoT, Internet of Things, letteralmente "Internet degli oggetti" o "Internet delle Cose". È l'espressione utilizzata ormai da qualche anno per definire la rete delle apparecchiature e dei dispositivi, diversi dai computer, connessi a Internet che spaziano dai sensori per il fitness agli impianti di climatizzazione, dalle automobili agli elettrodomestici, dagli impianti di illuminazione (lampadine, lampioni...) alle telecamere, senza escludere pezzi d'arredamento, container per il trasporto delle merci e molto altro. Insomma, qualunque dispositivo elettronico equipaggiato con un software che gli permetta di scambiare dati con altri oggetti connessi.

Il cosiddetto Internet of Things è un universo in grado di aprire a grandi potenzialità, che giunge però con un prezzo da pagare: ognuno di questi dispositivi avrà bisogno di essere alimentato, tramite la connessione all'impianto elettrico o con una batteria.

Naturalmente, entrambe le opzioni presentano dei lati negativi: se oggetti più grandi, come stereo, televisori ed elettrodomestici, sono da sempre posizionati in modo da avere una presa di corrente a portata di mano, lo stesso non si può dire per i vari sensori che dovrebbero essere posizionati a giro per casa per realizzare un sistema davvero smart e sempre cosciente di ciò che accade nelle varie stanze, e se l'ipotesi di dover rinnovare l'intero impianto elettrico è tutto tranne desiderabile, anche l'idea di dover periodicamente sostituire molte batterie non è certo troppo invitante.

Fortunatamente, un team di ricercatori olandesi sembra avere la soluzione: essi, infatti, hanno costruito un minuscolo sensore di temperatura wireless, in grado di alimentarsi con le stesse onde radio che costituiscono il suo metodo di connessione. Tutto ciò di cui esso necessita, per continuare a funzionare all'infinito, è un router abbastanza vicino da fornirgli corrente attraverso la rete WiFi.

Allo stato attuale, in realtà, il sensore non può essere più lontano di 3 centimetri dal router, il che rende la tecnologia scarsamente sfruttabile, ma il team è al lavoro per migliorare la situazione: la speranza è infatti quella di riuscire ad estendere il campo di funzionamento a tre metri già nel giro di un anno e a cinque metri come risultato finale: una distanza comunque non universale, ma che potrebbe risultare sufficiente nella prospettiva in cui anche le reti presenti all'interno delle case si arricchiscano di nuovi punti di diffusione, magari costituiti dagli stessi elettrodomestici smart.

La parte migliore di questa innovazione, però, è che questi sensori dovrebbero essere davvero alla portata di tutti: il costo di uno di essi, infatti, dovrebbe aggirarsi attorno ai venti centesimi. Una spesa davvero irrisoria per trasformare la propria casa in un ambiente intelligente.

Internet delle cose, sensore alimentato via WiFi

 




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