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Come mai non viene sfruttata l'elettricità dei fulmini come fonte di energia alternativa?

Quando un fulmine si scarica sul terreno ha una potenza di picco di 500.000 Megawatt. Sembra tanto e difatti lo è ma poiché la scarica dura circa 30 milionesimi di secondo, l'energia effettivamente rilasciata da un fulmine è di 4000 wattore, quanto serve per far funzionare una lampadina da 100 watt per 40 ore.

Quindi di per sé catturare un singolo fulmine serve a poco. Inoltre, bisognerebbe trovare un modo per immagazzinare questa energia elettrica, perché naturalmente non è possibile introdurla direttamente nel circuito di distribuzione.

Si potrebbe costruire un gigantesco condensatore capace di sopportare fra le sue piastre la tensione di circa 50–100 milioni di volt che è quella della scarica, cosa non semplicissima; inoltre, il contenuto di energia di un fulmine può variare anche del 50%, dunque è molto complicato costruire una rete in grado di catturare e rendere disponibile in seguito l'elettricità prodotta da una scarica di questo tipo.

Poi, la distribuzione dei fulmini sulla superficie del nostro Pianeta è irregolare e solo alcuni particolari luoghi, come per esempio il "corridoio dei fulmini" in Florida, sarebbero in grado di ricevere abbastanza scariche da poterle sfruttare commercialmente.

La tematica rimane sicuramente aperta!





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