Dopo aver trascorso un decennio a provare a convincere il mondo che vivere in città galleggianti non fosse una follia, Seasteading Institute, organizzazione non profit con sede a San Francisco, ha concluso un accordo con il governo della Polinesia francese che ha indicato quella che è effettivamente una zona economica speciale per far sperimentare l'Istituto Seasteading e ha offerto 100 acri di spiaggia dove il gruppo può operare, per fondare la prima città in acque protette di una laguna di Tahiti dal valore di 167 milioni di dollari. L'Istituto ha già ricevuto finanziamenti da parte del fondatore di PayPal Peter Thiel ma conta di ricevere altri fondi da privati e da una campagna di crowdfunding.

Seasteading è il progetto che sarà alla portata di tutti entro il 2020: la prima città galleggiante del mondo, in acque internazionali, indipendenti e autosufficienti. Avrà circa 70 strutture, che comprendono uffici, hotel, residenze, ristoranti e negozi. Il futuro sembra sempre più indirizzato negli oceani e un team di ingegneri ed architetti ha già analizzato un luogo segreto in cui far sorgere la città galleggiante.

"Se potessi avere una città galleggiante, sarebbe essenzialmente un paese di start-up",

ha dichiarato il presidente del Seasteading Institute, Joe New York.

"Possiamo creare un'enorme varietà di governi per un'enorme diversità di persone".

Ogni città galleggiante avrà "un quadro governativo speciale", cioè modelli di governance innovativi. La città galleggiante di Seasteading fornirà un nuovo modello di società e governo.

"Seasteading: come le nazioni galleggianti ripristinano l'ambiente, arricchiscono i poveri, curano gli ammalati e liberano l'umanità dai politici",

ha spiegato Patri Friedman, il nipote dell'economista Milton Friedman, co-fondatore dell'Istituto. Entro il 2020 saranno pronte circa una dozzina di strutture caratterizzate da materiali eco-friendly come il legno locale, la fibra di bambù, cocco e plastica riciclati.