Il commercio elettronico in Italia sembra cresciuto del 2.4%. Lo ha rivelato l'Istat lo scorso febbraio: un dato in controtendenza rispetto a quello delle vendite al dettaglio di grande distribuzione e piccoli negozi che avrebbero registrato un calo pari all'1.2%.
Per interpretare meglio i dati è bene precisare che nella definizione del suo indice l'Istat tiene conto delle vendite operate da aziende italiane tramite e-commerce e non degli acquisti effettuati dagli Italiani. Per capire meglio: un italiano che compra da uno e-commerce estero non viene considerato nel calcolo delle percentuali.
Nel corso dell'ultimo anno la spesa media dei nostri connazionali su Internet avrebbe raggiunto i 595 euro pro capite con conseguenze in parte negative per il giro d'affari del commercio tradizionale. Il 67% degli Italiani, più di 2/3, avrebbe visitato un sito e-commerce, mentre il 53% avrebbe acquistato un servizio o un prodotto su internet.
Al primo posto nella classifica degli e-commerce del Bel Paese ci sarebbero i negozi elettronici del settore "abbigliamento" che, unito ai prodotti di bellezza, riuscirebbe a generare circa 4.3 miliardi di euro l'anno in termini di vendita. Secondo posto per viaggi e vacanze, con 3.5 miliardi, terzo per i giocattoli e gli hobbies con 2.7 miliardi. Ammonterebbe infine a 1.2 miliardi il giro d'affari del comparto "food & personal care".
Pur vantando un andamento sostenuto anche sul Web (con un incremento del 15% in un anno che lo renderebbe il settore caratterizzato dalla crescita più elevata), il mercato online del cibo starebbe manifestando maggiori difficoltà ad espandersi a causa dell'attuale tendenza dei consumatori a ricercare un rapporto diretto con i produttori degli alimenti.
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