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I domini .eu raggiungono la quota di  circa 4.000.000

I domini .eu raggiungono la quota di circa 4.000.000

Riferimento: http://www.eurid.eu

Le registrazioni dei siti a dominio ".eu" sono partite nell'ultimo trimestre dell'anno 2007. Lo  ha precisato il Registro italiano dei nomi a dominio.

"Le registrazioni (dei domini ".eu") sono partite  nell'ultimo trimestre dell'anno 2007",

ha detto Franco Denoth, direttore dell'Istituto di informatica e telematica (Iit) del Cnr di Pisa che gestisce il Registro. Al tempo disse:

"La Commissione ha appena emanato un regolamento che deve essere implementato. Ci sono ancora delle cose da mettere a punto, come il contratto con l'Icann",

l'organismo regolatore di Internet a livello internazionale, ha detto il direttore dell'Iit.
L'Italia è tra i soci fondatori, assieme a Belgio e Svezia, del consorzio Eurid che ha vinto il bando della Commissione europea per la gestione dei domini .eu.

 

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Inoltre dal 2 agosto 2004 chiunque ha potuto registrare domini Internet ".it" senza restrizioni. Un'innovazione che secondo Franco Denoth, che dirige il Registro italiano dei nomi a dominio, ha avuto l'effetto di stimolare il ricorso a Internet e all'e-commerce da parte degli italiani, ancora "pigri" di fronte alla Rete.

Per il Registro, la liberalizzazione del 2 agosto si rivelerà un importante stimolo alla diffusione di Internet nel nostro Paese e promette di influire positivamente sul giro d'affari legato alla Rete.

"Penso che questa decisione rappresenti uno stimolo all'utilizzo della Rete in maniera meno 'passiva'. Oggi in Italia chi usa Internet lo fa soprattutto per consultare contenuti, senza 'interagire'. E' necessario invece che si affermi un nuovo costume, che cresca il clima di fiducia da parte degli utenti così da stimolare il traffico commerciale in Rete, e questo avrà senza dubbio effetti economici positivi", dice Denoth.

"Il fatto che attualmente le persone fisiche non siano ancora così interessate alla registrazione di domini - prosegue Denoth - è dovuto all'uso ancora 'passivo' di Internet. Quando le possibilità di registrazione saranno illimitate, allora cambierà la percezione del nome a dominio, che magari potrà diventare un oggetto-regalo. Il cambiamento del costume potrà passare anche attraverso queste cose".

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Non condividono però le stime del Registro le due maggiori associazioni italiane di provider. "La nostra impressione è che la stima sia per eccesso. Mentre in passato la prima grande liberalizzazione portò alla registrazione di un numero altissimo di domini, oggi non vediamo una corsa di persone fisiche interessate a registrare più di un nome", sostiene Joy Marino, vicepresidente dell'Associazione Italiana Internet Providers (Aiip) che raccoglie una quarantina di operatori medio-grandi.

"La stima del 25% non so il Registro dove la tiri fuori", dice a sua volta Antonio Ruggiero, segretario amministrativo di Assoprovider di cui fanno parte circa 170 operatori di piccole dimensioni.

Per Assoprovider c'è inoltre da tenere presente che il giro d'affari collegato a questa operazione non dovrebbe essere significativo, visto che "in molti casi si tratterà di domini registrati da persone o associazioni che non vogliono fare business, e che quindi si rivolgeranno ai provider più economici".

 




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