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Marketing emozionale: tecniche per far colpo sui propri clienti

Marketing emozionale: tecniche per far colpo sui propri clienti

Quando si dice "saltare subito alle conclusioni"; ebbene, trattando questo argomento è proprio il caso di farlo. Il marketing emozionale è uno strumento di promozione molto potente, perciò va usato con cautela e saggezza. Si deve riuscire a toccare le corde del cuore senza giocare troppo con le emozioni dei tuoi clienti.

A volte la linea che separa una strategia di marketing emozionale di successo e una campagna di cattivo gusto è sottile. Perché le emozioni sono una leva potentissima da sfruttare per far colpo sui propri clienti, ma è altrettanto vero che giocare con le emozioni non è sempre giusto né corretto.

Nel mondo del web marketing, di fronte a potenziali clienti e consumatori sempre più consapevoli e informati, la componente emozionale dell’acquisto gioca un ruolo fondamentale. “Potenziali clienti e consumatori informati”: l’utente possiede già tutto quello che gli serve quindi perché dovrebbe acquistare un nostro prodotto o servizio se non ne ha urgenza o necessità?

La risposta è semplice: perché vuole possederlo. Il verbo non è stato sottolineato per nulla, anzi; una campagna di marketing emozionale punta proprio a fare leva sulle emozioni e stimolare nel consumatore questo desiderio irrazionale. Irrazionale ma irresistibile, perché prima che dal cervello e dal portafogli, arriva dal cuore.

Il 95% delle decisioni di acquisto di un individuo si basano mediamente su meccanismi irrazionali, ovvero sulle stesse dinamiche inconsce che ci fanno associare determinate emozioni a un brand o prodotto: le nostre emozioni ci guidano nella vita quotidiana e influenzano, molto più di quanto crediamo nonostante il fatto che siamo consci di questo, sia le decisioni importanti sia quelle legate ai nostri consumi.

La forza dell’emotional marketing sta nel fatto che il valore di un video ben fatto, con una musica specifica o immagini particolari, o di una foto vale più di mille parole; basti pensare a famose campagne di maggior successo degli anni passai come Benetton e Oliviero Toscani.

Attenzione, però, a non cadere nell’errore di credere che questa forza sia di indurre un utente all’acquisto di un servizio o di un prodotto! Errore! La vera forza dell’E.M. è quella di entrare nel cuore dell’utente col tuo brand. Una specie di fidelizzazione inconscia e potentissima. 

Riprendendo il concetto espresso all’inizio “A volte la linea di demarcazione tra una strategia di marketing emozionale di successo e una campagna di cattivo gusto è sottile” si può dire che toccare le corde emozionali è una cosa ma esagerare fino a cadere nel cinismo è tutt’altro. Vedasi per esempio alcune campagne di raccolta fondi a carattere sociale e umanitario che pubblicizzano le proprie attività sul web e in tv con spot molto “forti” che non risparmiano immagini di bimbi mutilati o denutriti. Oppure di bimbi afflitti da gravi malattie rare, curati da genitori coraggiosi (dotati di un coraggio inimmaginabile) che lasciano la loro testimonianza con poche parole, magari anche solo uno

Un altro esempio di emotional marketing è la campagna pubblicitaria realizzata da McDonald in UK lo scorso anno in cui, in 90 secondi di spot, un ragazzo chiede alla madre di raccontarle del padre scomparso. Ovviamente gli manca, eppure sembra proprio non avere nulla in comune con lui e questo aspetto lo turba visibilmente. Fino a quando non arrivano davanti ad un McDonalds, entrano e, fatalità … date un’occhiata al video per scoprire come va a finire, analizzando magari il video con un occhio da “emotional marketer”.




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