Il Black Friday è preso di mira dai truffatori tanto che oramai ci si riferiscono ad esso come il Black Fraud Day.
Negli anni scorsi proprio in questo periodo, secondo quanto rivelato da frankonfraud.com, si è verificata una crescita degli attacchi del 67%.
Durante il Black Friday (wiki), come anche succede in occasione del Cyber Monday (wiki), storicamente si verifica il picco massimo di vendite annuali, ma oltre ad essere un periodo molto redditizio per i commercianti, purtroppo lo è anche per le truffe.
Il timore è che anche quest’anno si verifichi un incremento simile, anche perchè il numero di frodi potrebbe essere superiore rispetto agli anni precedenti, a causa dell’elevato numero di violazioni dei dati già successi quest’anno.
Inoltre, i truffatori stanno adottando nuove tecnologie per automatizzare i loro attacchi, come ad esempio bot per testare i dati rubati per verificare che le carte siano ancora attive: questo rende gli attacchi potenzialmente più veloci ed ampliabili su scala maggiore.
Per incrementare la sicurezza si potrebbe immaginare di utilizzare le nuove tecnologie basate su blockchain (wiki).
Infatti, queste truffe si basano sostanzialmente su furti di dati. Ad esempio, i dati di una carta di credito sono scritti sulla carta stessa: è molto facile rubarli se si ha accesso alla carta.
La stessa cosa vale quando questi dati vengono inseriti online, su un sito web: essendo inseriti in chiaro chi li riceve può leggerli (ed anche rubarli qualora volesse).
Questo di solito non capita, perché tali dati vengono (dovrebbero sempre essere) utilizzati solo da chi deve processare il pagamento, ma i truffatori ormai sono abilissimi a farsi passare, ad esempio, per operatori o piattaforme di pagamento, facendosi quindi consegnare i dati direttamente dai proprietari delle carte.
Invece, nei sistemi di pagamento basati su blockchain non tutti i dati devono essere rivelati: la chiave privata infatti non deve mai essere rivelata a nessuno, e senza di essa non si possono utilizzare i fondi che si hanno a disposizione nel portaglio (wallet).
Qualsiasi transazione deve essere letteralmente firmata con la propria chiave privata per essere eseguita, pertanto è sufficiente non rivelarla a nessuno per evitare che i fondi possano essere rubati.
Infine, tutte le transazioni possono essere pubbliche, quindi anche in caso di furto si può sempre sapere qual è l’indirizzo pubblico del truffatore e segnalarlo alle forze dell’ordine che, grazie a tecniche di chain analysis, possono analizzare le attività sul portaglio del truffatore per cercare di risalire a loro.
La blockchain non può impedire tutte le truffe, ma può limitare moltissimo quelle dovute a furti di dati.
Da questo punto di vista, la sicurezza di un wallet basato su blockchain è notevolmente superiore a quella di una carta di credito o di debito, proprio per via del fatto che per poterlo usare non è necessario fornire al destinatario tutti i propri dati.
Inoltre, non è nemmeno necessario doversi affidare ad intermediari (come le piattaforme di pagamento), perché le transazioni su blockchain possono avvenire in modo diretto tra mittente e destinatario, senza dover per forza coinvolgere anche un intermediario.
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