La prima città incredibilmente commestibile: la rivoluzione alimentare di Todmorden
Attenzione: comunicato passato
Mele, pere, ciliegie, lamponi e fragole che maturano ovunque in città. Mais che cresce alto di fronte alla stazione di polizia, e gli alberi da frutta che circondano la stazione dei pompieri. Ortaggi (con inviti al “fai da te”), vicino alla stazione ferroviaria e ai parcheggi confinanti. I residenti coltivano cibo per se stessi in qualsiasi spazio non utilizzato in altro modo. E no, questa non è una visione di un futuro sostenibile, ma è un luogo reale.
Sulle mappe è conosciuto come Todmorden, un borgo di circa 16.000 persone che si trova nel West Yorkshire, in Inghilterra, tra Manchester e Leeds. Ma per molti che vivono lì, è diventata simpaticamente nota come “Todmorden incredible edible – Todmorden incredibilmente commestibile”, per un’iniziativa avviata da due donne della comunità locale, ormai tre anni fa. Maria Chiara e Pam Warhurst si convinsero che una crisi alimentare era incombente e avrebbe interessato direttamente i loro figli e nipoti. La popolazione locale, dopo essersi chiesta cosa poteva fare a livello locale per contribuire a migliorare il mondo, decise allora di piantare verdure sui balconi, nei giardini, fuori dai posti di lavoro, lungo i bordi del cimitero, ovunque. L’iniziativa, semplice ma radicale, basata sulla condivisione pubblica, di fatto ha trasformato Todmorden.
L’idea è che i pendolari, mentre tornano a casa da lavoro, possono scegliere ciò di cui hanno bisogno per preparare un pasto delizioso. O se ci si trova in giro, nell’attesa di un treno, si può fare un po’ di spesa, gratis: fagiolini nel cimitero, pomodori lungo il percorso del canale e broccoli alla fermata dell’autobus, frutta sugli alberi e alcune erbe nel giardino del farmacista. E oggi è ancora così. Anzi, passeggiando intorno alla città nella stagione della crescita, si vedranno sempre più prove di questo approccio innovativo, e la città si è posta l’obiettivo di diventare addirittura autosufficiente dal punto di vista alimentare entro il 2018.
“Incredible Edible Todmorden” ha avuto talmente successo che l’amministrazione locale ha messo a disposizione anche il più piccolo pezzetto di terra in nome della sostenibilità e dell’aggregazione sociale. E oggi, a distanza di tre anni, tutti, ma proprio tutti si impegnano nella coltivazione del più gigantesco orto urbano, e chi non coltiva, spiega Pam a Portalebio, “Si occupa del design dei cartelli che spiegano cosa e come si produce. Altri si occupano della raccolta e di cucinare per tutti in occasione delle feste, altri ancora istruiscono i bambini insegnando loro a riconoscere piante e frutti”. Inoltre sono stati inseriti corsi di cucina per tutti, lezioni di giardinaggio nelle scuole, una campagna per rendere ‘ogni uovo un uovo locale’, e un altro per incoraggiare di più l’apicoltura. E gli agricoltori stanno segnalando un aumento delle vendite e sono stati ispirati per creare nuovi prodotti come formaggi e salumi di maiale di razza rara.
L’iniziativa oltre ad aver benefici sul territorio, ha avuto anche riscontri positivi sulla comunità dove, dal 2009, gli atti vandalici sono diminuiti drasticamente, senza considerare, di fatto, la rivoluzione sociale che comporta la partecipazione di tutti alla straordinaria impresa e l’inizio dell’eliminazione della proprietà privata sui prodotti della terra: tutti possono infatti prendere ciò di cui abbisognano e mettono a disposizione degli altri i propri frutti. Dunque basta con le importazioni, basta con verdura e frutta fuori stagione, i vecchi metodi agricoli tradizionali sembrano essere davvero la soluzione per il futuro. Tanto che Incredible Edible ha oltrepassato i confini di Todmorden, e si è diffuso, oltre che in altre zone d’Inghilterra, in Francia, in Germania, in Spagna, in Canada e addirittura a Cuba e Hong Kong. E speriamo che il fenomeno arrivi presto anche in Italia.
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